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PASTICCIO PdR

28.2.08

NASCE IL DISTRETTO CULTURALE VESTINO: Prata tra i 27

Durante i lavori di adeguamento della SS17 tra Castelnuovo e Navelli, gli innumerevoli rinvenimenti archeologici hanno trasformato un cantiere di ingegneria stradale in un qualcosa di altro. Aldilà della strada, del discutibile intervento Anas, superata la fase del sensazionale dovuto alle scoperte (per chi le ha viste, le due sculture in osso riportate in foto e rinvenute in una tomba, sono in vero splendide); è partito il treno delle proposte che dal parco archeologico ha condotto, in un tempo stranamente breve per le istituzioni italiche,
al DISTRETTO CULTURALE VESTINO.

Lunedì scorso, durante una riunione preliminare tenutasi in Provincia, la Pezzopane ha illustrato le idee guida del progetto; all’incontro hanno preso parte i sindaci dei 27 comuni interessati (tutti i comuni dell’area Vestina), l’assessore della Provincia di Pescara Paolo Fornarola, Anna Maria Reggiani della Soprintendenza Archeologica Abruzzese, l’archeologo Vincenzo D’Ercole e Umberto Ammassari, amministratore delegato di Ales, società partecipata dal Ministero, che ha realizzato lo studio.Si attende ora la firma del protocollo d’intesa, solo dopo si potrà vedere qualche soldo d’investimento.
Cosa sia in generale un Distretto Culturale non è difficile da capire: l’idea di base infatti è mutuata dai Distretti industriali. Per capire meglio, visitate il primo distretto culturale d’Italia realizzato in Sicilia nella Val di Noto. Se sia o meno uno strumento idoneo a favorire lo sviluppo del nostro territorio non è dato di prevedere; certo è che in mancanza di un senso di appartenenza delle genti, con comunità locali che non si riconoscono in una identità condivisa, sarà fallimento.
L’idea è ambiziosa: mettere insieme 2 Province (L’Aquila e Pescara) e 27 Comuni, in nome della civiltà Vestina; affascinante quanto difficile.
Secondo la società Ales si potrebbe avere un ritorno economico stimabile in oltre 14 milioni di euro, con buone conseguenze anche sui livelli occupazionali.
Speriamo che nei prossimi tavoli che porteranno al protocollo d’intesa (la firma è prevista entro il mese di marzo), il nostro sindaco sappia cogliere l’occasione e sedere da protagonista;
Prata è storia Vestina.

2 commenti:

ZIO ADOLFO ha detto...

Caro PJ,
è da qulache anno che in provincia si parla di distretto culturale, anche se come idea, non è affatto nuova.
L'unica maniera per pubblicizzare ed esaltare il nostro territorio è quello di evidenziare un area piuttosto che un singolo paese, borgo.
In toscana da venti anni (da quando i turisti inglesi l'hanno colonizzata) c'è di fatto questa operazione di sponsorizzazione del territorio.
Della provincia di Siena nessuno sà neanche lontanamente dove si trova Pianella, Rosia o Taverne D'Arbia, ma tutti conoscono la zona del Chianti!!
Alla stessa maniera qui da noi nessuno sa dove si trova Prata, Tussio o Caporciano (e da noi finisce qui!)
Se poi qualcuno decidesse di fare pubblicità a Santo Stefano, a noi di Prata cosa interesserebbe? Nulla o meno di nulla!!
Potremmo essere coinvolti solo se si parlasse per esempio di Altopiano di Navelli, di area Vestina etc
Con un grosso sforzo forse anche noi potremmo investire una lira, un idea se avessimo un interesse!
Nessuno si muove senza interesse (anche non strettamente economico)
E allora?
Allora se il distretto culturale nascerà dovrà basarsi sugli interessi dei locali a fornire, servizi, presentasi preparati!
Non trovarsi all'improvviso la bella stagione, centinaia di turisti che tornano a casa perchè non sanno dove alloggiare!
NON SI PUO ASPETTARE I TURISTI PER INIZIARE A COSTRUIRE L'ALBERGO!
Nelle località turistiche si lavora durante la stagione e fuori stagione si programma, si accomoda, si lovora, si prepara per la stagione che verrà!!!
Noi qui davanti al camino... a quardare la TV!!!

PJ ha detto...

Hola Zio
toglimi una curiosità:
è opera tua la nuova scritta sciiplinati 3d spekkiata ?
mi piace.
:-)
Tornando al Distretto culturale; ti dico ke nn mi entusiasmano molto le operazioni di marketing territoriale; d'altronde uno si puo' sforzare di pubblicizzare un qualcosa quanto vuole, ma se questo qualcosa nn vale la spesa, nn si vende.
Tutto ciò ke invece riguarda l'identità delle popolazioni merita attenzione quale unico deterrente all'omologazione imperante. Noi siamo Vestini, anche se l'abbiamo dimenticato, e lo siamo come gli abitanti di Penne. Riscoprire la nostra identità è il primo passo necessario per qualificarci.
se lo scopo del distretto è questo, benvenga. probabilmente il lavoro più grande da fare è proprio sulle popolazioni, quelle che siedono davanti al camino ed il domani lo aspettano con pigra calma.

salutiamoci