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PASTICCIO PdR

20.5.09

RICOSTRUZIONE : si parte a giugno


Nell'incertezza del post-terremoto qualcosina comincia ad essere più chiara. Guido Bertolaso nei suoi incontri con la popolazione delle varie tendopoli ha spiegato quando e come inizierà ufficialmente la ricostruzione. Come era lecito aspettarsi si partirà con gli interventi necessari al ripristino degli edifici che hanno subito danni leggeri. Nei primi giorni di giugno con l'emanazione di un ordinanza ministeriale sarà possibile l'esecuzione dei lavori necessari al ripristino di quegli edifici con esito di sopralluogo classificato B (temporaneamente inagibile ma agibile con provvedimenti di pronto intervento); C (edificio parzialmente inagibile). La procedura prevista è snella e vede il Comune come unico intermediario tra i fondi statali ed il privato cittadino; un tecnico dovrà essere chiamato a redigere una perizia giurata sull'entità del danno, sul tipo d'intervento da eseguire e sui tempi di realizzazione. Questa perizia dovrà essere presentata in Comune per l'approvazione; l'impresa esecutrice liberamente scelta dal privato verrà pagata con stati d'avanzamento dal Comune stesso tramite i fondi messi a disposizione dallo Stato. Dai risultati dei sopralluoghi effettuati nel nostro Comune fino al 19 maggio, gli immobili interessati in questa prima fase risulterebbero essere 75.

Discorso diverso invece per paesani sfortunati che hanno avuto la propria casa classificata inagibile. Chiarito che il nostro comune non rientra nel PIANO C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili) le soluzioni possibili sono diverse;

- C’è la possibilità di richiedere al Comune il contributo per l’autonoma sistemazione, nel caso in cui si possa essere ospitati o si preferisca comunque provvedere da soli a reperire un alloggio per la propria famiglia. Il contributo è assegnato in base al numero e alla composizione del nucleo familiare. Nella tenda-comune trovate i moduli di domanda.

- La seconda possibilità, che funzionerebbe bene da noi visto che il numero dei cittadini sfollati è contenuto e la comunità non è abituata a vivere in condominio, è di andare ad abitare nelle cosiddette casette di legno. Castelnuovo, Poggio e S.Demetrio stanno procedendo in questo modo.

- La terza possibilità è disciplinata in un’ordinanza firmata lo scorso venerdì, ed è quella di andare ad abitare nelle case reperite dal Comune e dalla Protezione civile, del cui affitto si farà carico lo Stato.

4 commenti:

Orion ha detto...

Il nostro grande blogger ha, come spesso sa fare, chiarito quali sono le prospettive per l'immediato futuro degli sfortunati nostri compaesani che non hanno l'abitazione agibile. Lo scorso fine settimana ho avuto modo di incontrare il sindaco il quale mi ha accennato tra l'altro alla prospettiva delle casette di legno (come nel post) ed io gli ho manifestato la necessità di indire consigli-comunali a cadenza fissa (es 1 mese) in moda da rendere partecipe tutti dell'evolversi della situazione e lo stato di avanzamento dei lavori. Non voglio invece entrare in alcune inutili polemiche riguardanti la gestione del post-terremoto fino ad adesso, in quanto penso sia il caso solo di dare contributi positivi in questa fase ancora drammatica per il disagio in cui versano molti nostri concittadini.

un saluto ai companeros

Anonimo ha detto...

In un paese democratico e funzionante non si dovrebbe andare a ricercare il sindaco per starppargli qualche informazione (cosa che anche io ho dovuto fare) ma si dovrebbe informare la collettività tramite gli ordinari strumenti previsti, quindi non si può che invitare il Sindaco a convocare un consiglio comunale dove si chiariscano in modo evidente i tempi ed i modi della sistemazione degli sfollati.

De Santis ha detto...

Dopo un evento catastrofico di questo tipo, si scatena una voglia di solidarietà per le popolazioni colpite superiore a qualsiasi
terremoto… ” Vi faccio un’esempio”
Solo perché si ha lo stesso nome tra comuni, si ricevono finanziamenti o donazioni di
mezzi nuovi come pulmini,
compattatori.
Oppure Creazione di onlus, comuni che si offrono volontari per facilitare la ripresa ecc. ecc.
e questo succede in paesi democratici, dove la rinascita si nota in poco tempo come
Artegna, Gemona, Montenars, Venzone, Carnia, Buja, Tarcento e tutti i 137 comuni colpiti dal
sisma in Friuli dove 33 anni fa le capacità dei giorni nostri non esistevano. Vi cito il Friuli perché l’ho visto cavalcare l’onda.
In paesi dove esiste un altro tipo di gestionecome Prata, che non so come definirla bene, qui si rifiutano, in questo momento tutte le opportunità che si presentano…
Quindi, a te anonimo.. t’incazzerai ancora
tanto in futuro perché si rischia di fare lafine di qui paesi di confine come Ucceaterremotato del 1976 anche loro.Per renderti meglio l’Idea pubblicherò
delle foto.
Saluti De Santis

Anonimo ha detto...

Magari, anche rinunciando ad un democratico consiglio comunale, ci accontenteremmo anche del vecchio e superato albo pretorio....