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PASTICCIO PdR

10.6.09

Primo Consiglio Comunale post-sisma

Non poteva che aprirsi con le scuse (apprezzabili) del Sindaco, il primo Consiglio Comunale a 2 mesi dal sisma. Preso nella concitazione del fare, il nostro primo cittadino ha dimenticato la forma. Giustificabile, se non fosse che la mancanza di forma ha compromesso anche la sostanza del fatto. Le tante domande levatesi da una platea mai cosi numerosa, testimoniano concretamente il deficit comunicativo di questa Amministrazione. Amministrazione, e mi ripeto, nata e sviluppatasi in forma sindacocentrica. E' sembrato ai più inutile quanto fastidioso, il tentativo dei membri della giunta di bacchettare il Di Marco davanti a tutti; è una storia vecchia che loro conoscono ed hanno accettato fin dal principio pur di essere lì; il Sindaco eccede nel fare da solo, loro eccedono nel non fare, e di questo forse cercavano giustificazione. Ma si sa, a Prata un Assessore è un potentato amministrativo senza ruolo ed ambito, e la metodologia di composizione delle liste è pura algebra di voti ideata per vincere e non per governare. Altrimenti come considerare membri della giunta che rivendicano il merito della convocazione di un consiglio, ignorando che lo stesso è stato indetto per inderogabile scadenza d'approvazione del bilancio?
Il Di Marco avrà tutti i difetti di questo mondo, ma la sua dedizione appare sincera; la presenza invece di altre persone in seno al consiglio è pura appendice elettorale.

Tra le tante cose dette ieri sera, alcuni fatti meritano considerazione.
Prata non ha più una sede Comunale ed una sede Postale. Entrambi gli stabili che le ospitavano non sono agibili. Il Comune probabilmente andrà abbattuto e ricostruito. Spero vivamente che si colga l'occasione per localizzarlo altrove, in una posizione più baricentrica, sfruttando cosi strategicamente la sua collocazione per riqualificare parti del nostro paese attualmente abbandonate e/o prive di qualità urbana. Lo stesso ufficio postale (ed eventuale ambulatorio medico) potrebbero concorrere a questo scopo, secondo lo schema dell'emporio multiservizi introdotto dalla Legge per i piccoli Comuni. Non accontentiamoci di ricostruire in fretta; facciamolo strategicamente.

La discussione sulle prime due ordinanze di ricostruzione leggera è stata invero molto accesa sfiorando in alcuni passaggi l'assurdo. Per gli edifici classificati A ,qualche paesano svelto, ha ipotizzato una spartizione dei contributi statali a prescindere dei danni subiti, andando a prefigurare concretamente il rischio più grosso della ricostruzione cioè l'appropriazione indebita delle risorse.
“Diecimila euro a tutti, a prescindere”. “Tanto ci danno e tanto prendiamoci”. Questo grido rischia di farci fare la fine dell'Irpinia. Cari paesani, il nostro futuro compromesso dal terremoto dobbiamo costruirlo sull'onestà, sul rispetto delle regole, sul sacrificio. Le schede di rilevamento danni compilate dai tecnici della protezione civile contengono già gli interventi necessari al ripristino delle nostre case. Mettere a fattura lavori che li non sono riportati, ci espone direttamente ad un eventuale controllo. Come chiesto da una giovane presenza, (evidentemente ancora idealista e pura, brava! Per fortuna che c'eri) a cui il Sindaco non ha voluto/potuto rispondere, sarebbe il caso che oltre al controllo, il Comune esercitasse in merito anche un altro dovere; rendere pubblici a tutti gli importi finanziati a ciascuno. Sindaco per favore, Controllo e Trasparenza.

Da quanto si è potuto capire riguardo agli immobili classificati E (inagibili), i tempi non sono ancora maturi per una risposta concreta. Il comune si sta adoperando da una parte per quantificare le unità familiari d'allocare in via temporanea (possibile che ancora non se ne conosca il numero esatto?); parallelamente procede insieme alla protezione civile ad individuare le eventuali aree per la realizzazione delle “casette “. Nonostante l'insistenza di molti, il Sindaco ha dato solo alcune indicazioni sulle probabili zone interessate: per Prata si parla della parte alta del paese, presumibilmente la zona dell'aia; per Tussio della zona prossima all'attuale campo d'accoglienza.
E' invece chiaro che, per motivi di contenimento della spesa, la soluzione privilegiata sarà quella dell'affitto a carico del Comune in case non abitate. Solo se queste non saranno sufficienti si prenderà in considerazione la realizzazione delle “casette”.

Reputo totalmente insoddisfacente invece ,la risposta del Sindaco sulla questione “realizzazioni private temporanee”. Non si vuole redigere un ordinanza apposita. Si prende atto solo di ciò che sta avvenendo diffusamente, rimandando ad un domani indefinito un problema serio che andrebbe disciplinato ora. Non mi sembra il modo giusto di tutelare i cittadini; questa è l'anticamera del condono. Sembrerebbe che, pur di non perdere consenso, il Sindaco faccia finta di non vedere. Attento Di Marco: la questione edilizia è tra le tutte la più pericolosa. Abbiamo illustri precedenti in questo paese. Il Comune è tenuto al controllo e potrebbe regolarizzare il tutto in via preventiva; un privato cittadino invece può solo denunciare alla Procura.

Ultima considerazione: vista la partecipazione, la miriade di domande, sarebbe il caso che il Sindaco organizzasse incontri pubblici con i cittadini a scadenza stretta. Errare è umano, perseverare.....

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