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PASTICCIO PdR

15.2.07

COME TI RISVEGLIO IL BORGO


"È bello il silenzio dei nostri piccoli borghi. È bello per chi fugge dal frastuono delle città, per chi cerca un po' di pace, ritmi differenti, sapori di una volta. È bello, purché non sia il sintomo di una brutta malattia: lo spopolamento. Un virus che circola sotterraneo, che colpisce 2.830 borghi, sui circa 30mila italiani. Piccoli centri, frazioni, comuni, in cui il silenzio è il silenzio dell'abbandono, delle case vuote, dei negozi chiusi. Borghi che rischiano di sparire dalla carta geografica, insieme al loro grande patrimonio di storie, prodotti tipici, tradizioni.
Un patrimonio che nessuno dirà di non voler salvare. Ma chi ci pensa? «Lo Stato, l'assistenzialismo pubblico non potranno mai garantire un intervento. Quanto dovrebbero spendere?». Claudio Nardocci è presidente dell'Unpli, l'organismo che riunisce tutte le Pro loco d'Italia. Lui un'idea ce l'ha, su come fare. Anzi, ce l'ha avuta e l'ha messa in pratica. «Il turismo: tutti i nostri borghi sono potenziali mete turistiche, basta saperli valorizzare nella giusta maniera». A piccoli passi, certo, cominciando da 20 dei 2.830 borghi a rischio. Uno per ogni regione. Il progetto Aperto per ferie è partito nel 2004, ha usufruito di un finanziamento del ministero del Welfare ed è andato così bene che si prepara al bis: si stanno scegliendo altre 20 località per la fase due.
In che cosa consiste? «Noi abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza, quella delle quasi 5mila Pro loco italiane, per valorizzare nel migliore dei modi quanto c'è di bello nel borgo». Un camper con gli esperti volontari dell'Unpli ha girato nei borghi, ha organizzato assemblee cittadine, incontrato la popolazione e gli imprenditori. Racconta Nardocci: «Dicevamo: se volete salvare il vostro paese, se volete creare attività imprenditoriali e commerciali, aiutateci. Perché la prima risposta deve arrivare dal basso...» E la risposta è arrivata: sono state organizzate attività di formazione turistica destinata agli abitanti dei borghi. Poi si sono prodotti dépliant, cartelli turistici, sono state lanciate iniziative (per esempio il Giro Sapori, un viaggio nelle tradizioni gastronomiche di ciascuna località, con degustazioni-lezioni), si è risvegliata l'attenzione di molti media specializzati.
Il frutto di due anni di lavoro finirà anche nelle pagine di una guida, dal titolo significativo, Il turismo dei sogni: «Che è un po' lo spirito della Pro loco, un gruppo di persone che sogna di fare qualcosa per il proprio paese. E prima o poi ci riesce...». La guida, che uscirà in aprile (2006), oltre che un compendio delle bellezze dei 20 borghi coinvolti (da Badia Tedalda a Velo Veronese, l'elenco completo è reperibile sul sito www.apertoperferie.net) vuole essere anche un promemoria. Destinato a chi? «A tutti», risponde Nardocci. «Alla politica, che trascura questi temi. Ma anche ai turisti: prima di andare a chiudervi nei villaggi turistici, uguali in tutto il mondo, guardatevi attorno, guardate alle meraviglie della vostra provincia». Perché Aperto per ferie è anche questo: un modo per creare nuovi pacchetti turistici destinati ai tour operatori. «Un prodotto che non ha concorrenti, fatto com'è di cultura, di storia, di enogastronomia. E forse, nel nostro piccolo, potremmo dare anche un contributo al rilancio dell'economia...», dice Nardocci. Il ragionamento non è azzardato, soprattutto se si confrontano i benefici economici che ci si può ragionevolmente aspettare al bassissimo investimento iniziale richiesto: la “fase uno” è costata 150mila euro (finanziati in gran parte dal ministero). E tanto lavoro gratuito dei volontari."

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ciau Pannina
eccoti i complimenti per il tuo primo post;
finalmente un post al femminile per "gli Sciiplinati"!
spero che altre f del paesello addormentato, notoriamente più prolisse di noi m,
seguano il tuo buon esempio.
Mi permetto, attento a nn urtare troppo….,
di dire qualcosa sull’argomento ke stuzzica il mio profondo.

per castigo personale, ho avuto la possibilità di vedere e studiare
una vagonata di "progetti per lo sviluppo";
dopo un po' di anni di pratica, il ripetersi di alcuni contenuti, quasi fossero verità divine ed imprescindibili, buone per tutto e tutti, ovunque e comunque,
mi a portato alla seguente riflessione:
lo “sviluppo” ke noi abbiamo per anni immaginato, auspicato, perseguito
è figlio del concetto di “crescita”;
un qualcosa del vecchio secolo, di prettamente economico, che invece di andare in disuso,
si è trasformato in dittatura solleticando istinti di rivolta.
Il primo discorso da farsi, quindi, è relativo all’idea stessa di SVILUPPO;
cosa nn semplice, cosa impegnativa. Direi, da evitare qui adesso.
Per certo però, non è possibile immaginare un mondo fatto di soli turisti;
almeno fino a quando nn ci saranno umanoidi makkine nuovi skiavi ,
loro a lavorare per noi,
noi liberi di andare a scoprir sapori, silenzi, cultura, bellezze…………..

P.Cangini ha detto...

nn sono affatto daccordo caro pj...
il mondo nn è fatto di soli turisti...ma i turisti ci saranno sempre!
i nostri posti, dove abbiamo la FORTUNA di vivere sono delle miniere d'oro basta solo saper(e voler!) avviare la macchina...
certo con le parole non si fà nulla ci vuole (tanto)impegno, volonta, lavoro gratuito ma tutto può essere ampiamente ripagato.
Queste sono accasioni da prendere al volo visto anche i finanziamenti che vengono messi a disposizione.
guardiamoci attorno.....
quanti "cittadini" hanno acquistato immobili da noi per venirci a passare stabilmente i loro periodi di ferie??!
vorrà pur dire qualcosa o no??
Io trovo che questo post apra un'altra riflessione invece:
Noi vogliamo davvero valorizzare e trarre beneficio da quello che abbiamo??
insomma ce l'abbiamo i denti??
perchè il pane davvero non ci manca!

Anonimo ha detto...

ringrazio PJ per i complimenti!

spero anch'io che prima o poi qualche altra fanciulla mi segua, comincio a sentirmi un pò sola..certo, magari bisognerebbe suggerire a Orion di non dare delle zitelle acide alle femminucce che entrano nel blog per la prima volta...Orioooon, qualcuna più "permalosetta" di me potrebbe offendersi!
;-)

purtroppo il concetto di sviluppo che PJ espone lo conosco bene anch'io. ho vissuto per anni in un contesto che credo possa definirsi iper-sviluppato, e ne sono scappata. vivo oggi in un altro contesto i cui "addetti ai lavori" cancellerebbero volentieri la suddetta parola dal loro dizionario. se non fosse che anche loro cercano di dare alla parola stessa un diverso, e alternativo, significato.
insomma PJ, mi trovi d'accordo con molte delle cose che dici, ma non capisco..perchè non parlarne? solo perchè altrove ha portato danni? a maggior ragione, perchè non pensare ad un concetto di sviluppo alternativo a ciò che è stato altrove?
forse la tua avversione nasce dal fatto che anche da queste parti, quando se ne parla, si tende a seguire i ben noti modelli, nonostante altrove abbiano portato ben altro della crescita sperata (che so, i centri commerciali, per esempio?)
beh, sarò un'illusa, ma spero che ci sia ancora spazio per qualcosa di diverso, diciamo un pò più "creativo".
è vero che il mondo non è fatto di soli turisti, caro PJ, ma è così sbagliato pensare di poter valorizzare certi beni oggettivamente preziosi, non solo materiali, senza per forza perdere la propria identità?
è possibile che la ristrutturazione di un borgo debba essere fatta allo scopo di far spendere a 4 turisti frustrati (sicuramente milanesi) 200 € a notte per dormire su un'asse di legno e riscoprire le antiche abitudini?
è così sbagliato pensare che l'entroterra abruzzese possa crescere senza necessariamente diventare una seconda toscana o una seconda sardegna?
forse ai turisti, che ancora sanno apprezzare le cose belle e semplici e che potrebbero davvero essere una fonte importante per la sopravvivenza economica di questi posti, bisognerebbe semplicemente saper offrire un abruzzo fatto di servizi buoni e a prezzi ragionevoli, conservando intatta la sua identità storica e culturale..


saluti
pannina

PJ ha detto...

nn è ke nn se ne puo' parlare;
se ne dovrebbe parlare,
costretti come il condannato al cappio.
ma è difficile, come pensare di raccoglier frutti da un terreno arido.

IDENTITA'
qualsiasi discorso sul futuro DEVE partire da questa parolina tonda
e carina, ke riempie bocca e cuore.
l'unica capace di darci
un senso ed un futuro
nel global.economy.village.
la nostra condizione di marginalità storica, ci ha preservato dai frutti amari dello "sviluppo";
siamo un laboratorio perfetto per sperimentare azioni e strategie realmente alternative e non per diventare una Coppito,
una periferia qualsiasi,
oppure disnealizzarci in forme
solo un po' più abbandonate
e misera di altre.

Prova te Pannina a convincere il Cangini oppure Orion ke "sviluppo" nn sono fabbriche, strade, iper, soldi....

Anonimo ha detto...

proviamoci PJ, proviamoci..sennò anche le nostre restano solo chiacchere..

baci
pannina