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PASTICCIO PdR

9.10.07

BANDITISMO SOCIALE: MARCO SCIARRA

Abruzzese, originario di Castiglione
(Comune di Rocca S.Maria, TE)
"homo, benché di vil condizione, d'animo e di spirito elevato". Nel 1584 grazie alla sua fortis­sima personalità ed un notevole ascendente, riuscì a porsi a capo di un esercito composto da un migliaio di uomini in grado di scorrazzare libero nello Stato Pontificio per un tempo record, circa sette anni. La sua era una vera e propria formazione di "guerriglieri", branco di lupi imprendibili tra le montagne, guidata da tre luogotenenti: Pacchiarotto, Battistello da Fermo e Luca, fratello di Marco. Giovani di ogni dove presero ad unirsi ai fuorilegge, spinti da millenni di soprusi e da una buona paga; in promessa di riscatto sociale. Caso unico nella storia del banditismo, costui amava così definirsi: "Marcus Sciarra, flagellum Dei, et commissarius missus a Deo contra usurarios et detinentes pe­cunias otiosas" (Marco Sciarra, flagello di Dio, e inviato da Dio contro gli usurai e quelli che posseggono denaro improduttivo). Lo Sciarra la redistribuzione della ricchezza la faceva sul serio, con la spada ed il coltello, a tutto vantaggio delle classi meno abbienti; queste ultime, presero ad amarlo e difenderlo fino a farne il loro Re: il “RE DELLA CAMPAGNA”. La storia narra di eserciti pontifici di 20000 uomini ben armati ed addestrati che per lungo tempo nulla poterono contro un'utopia così seducente. In alcune terre occupate nel Regno di Napoli la banda aveva effettuato anche un tentativo di organizzazione amministrativa. Poi arrivò il Garibaldi di turno. La splendida idea finì male. Insieme a Marco Sciarra, ucciso per mano dei suoi stessi amici, traditori venduti per un pugno di denari.

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